Negli ultimi anni, l’intelligenza artificiale (IA) ha radicalmente trasformato diversi ambiti della società, non ultimo quello dell’istruzione. Da un’IA definita “debole”, evoluzione dell’automazione partita da Alan Turing (1937) e sviluppata poi da John McCarthy (1956), si è arrivati all'idea di un’intelligenza artificiale “forte”. L’IA debole replica i processi della mente umana (per esempio calcoli complessi, attivazioni di sensori, analisi di dati) ma non è capace di pensare in maniera autonoma. L’IA forte, invece, non è soltanto uno strumento: se programmata correttamente, diventa essa stessa una mente, con una capacità cognitiva non distinguibile da quella umana.
Tra le tecnologie emergenti dell’IA forte, vi sono i chatbot, come ChatGPT o Gemini, ovvero sistemi conversazionali automatizzati che utilizzano modelli di intelligenza artificiale, nati originariamente come supporto all’automazione dei servizi clienti, oggi i chatbot, potenziati dai moderni algoritmi di apprendimento automatico e di elaborazione del linguaggio naturale, si stanno affermando come risorse utili anche in contesti educativi. La loro capacità di simulare conversazioni umane permette di fornire risposte rapide, di gestire grandi quantità di informazioni e di personalizzare l’apprendimento in base alle esigenze di ogni studentessa o studente.
Nell’insegnamento della lingua italiana, i chatbot e altri strumenti basati sull’intelligenza artificiale come i generatori di mappe concettuali, i generatori di presentazioni multimediali (comprese le nuove tecnologie di produzione immagini ancora difettose) e gli strumenti di ricerca, analisi, sintesi e scrittura di documenti, rappresentano una potenzialità ancora largamente inesplorata.
Tuttavia, questi sistemi hanno un duplice vantaggio: da un lato, facilitano i docenti e le docenti nella creazione di materiali didattici su misura, perciò inclusivi, permettendo loro di gestire meglio il proprio lavoro quotidiano; dall’altro, consentono una maggiore interattività in classe e rappresentano uno strumento utile per l’apprendimento e lo sviluppo di competenze linguistiche e comunicative di studentesse e studenti. È importante quindi che docenti e studenti acquisiscano la capacità di scrivere prompt efficaci, elemento chiave per un utilizzo consapevole e funzionale dei chatbot.
Una delle abilità più rilevanti che i docenti e le docenti possono sviluppare nell’uso dei chatbot è la capacità di scrivere prompt efficaci. Il prompt è il comando o la domanda che viene posta al chatbot per ottenere una risposta. Quanto più preciso, chiaro e contestualizzato è il prompt, tanto più efficace sarà la risposta dell’IA. Questo processo si traduce in una competenza tecnica che richiede pratica e consapevolezza, e che può avere applicazioni molto utili nella didattica. Infatti, scrivere un buon prompt per ottenere risposte esaustive richiede attenzione ai dettagli e chiarezza nella formulazione per descrivere nel dettaglio ciò che si vuole ottenere, evitando ambiguità. Per intenderci, proviamo a fare due esempi:
Un altro elemento fondamentale di un prompt scritto bene è il contesto: bisogna fornire all'IA informazioni su chi deve interpretare e, se necessario, sull’ambito in cui verranno utilizzati i risultati della ricerca e il testo che ne deriverà.
Anche qui, proviamo a vedere due esempi:
A questi due elementi fondamentali si aggiungono poi altre possibili personalizzazioni dell’output:
È quindi essenziale entrare il più possibile nel dettaglio per avere la certezza che l’IA interpreti correttamente la richiesta.
Per l’insegnante di italiano, i chatbot possono diventare un valido alleato nella progettazione di prove di verifica. Attraverso prompt ben formulati, l’IA può generare domande su comprensione del testo, analisi grammaticale, sintesi e produzione scritta. Per esempio, l’insegnante potrebbe scrivere il prompt:
Agisci come un insegnante di italiano del 2° anno di corso del liceo scientifico e genera cinque domande a risposta aperta per verificare la comprensione del capitolo iniziale dei “Promessi sposi”, includendo aspetti legati sia alla trama sia alle caratteristiche stilistiche del testo.
Un prompt di questo tipo, che specifica il testo di riferimento e gli obiettivi didattici, consente al chatbot di elaborare risposte pertinenti e ben strutturate. L’utilizzo dell’IA per questo scopo non solo fa risparmiare tempo all’insegnante, ma offre anche una gamma di possibilità per variare le domande e adattarle ai diversi livelli di competenza della classe.
È utile sapere che è possibile suggerire all’IA, che non dimentichiamo essere una tecnologia machine learning in continua evoluzione, quali migliorie dovrebbe apportare alle risposte sfruttando i tools a disposizione alla fine della generazione testuale. In questo modo il chatbot apprenderà quali sono le risposte (o le tipologie di risposte) più apprezzate dal singolo insegnante registrato con le proprie credenziali e tenterà di volta in volta di generare testi il più vicino possibile alle segnalazioni fatte durante le precedenti conversazioni.
per indicare le mancanze o le emissioni di qualche richiesta fatta in precedenza.
I chatbot possono essere di grande aiuto anche nella creazione di griglie di valutazione, strumenti indispensabili per un’analisi oggettiva del lavoro di studentesse e studenti. Sempre attraverso un uso intelligente dei prompt, è possibile chiedere al chatbot di elaborare criteri di valutazione per diversi tipi di esercizi, come la produzione scritta, l’analisi di un testo letterario o una presentazione orale.
Un esempio di prompt potrebbe essere:
Sei l’insegnante di un istituto tecnico e devi creare una griglia di valutazione per un saggio breve su un testo letterario del Novecento, suddividendo i criteri di valutazione in contenuto, coerenza argomentativa, correttezza formale e originalità interpretativa.
L’IA risponderà fornendo una struttura dettagliata che può essere adattata in base alle specifiche esigenze dell’insegnante e degli studenti, aiutando così a mantenere criteri di valutazione chiari e trasparenti, oltreché codificati in un formato ben preciso (per esempio un foglio di calcolo o una tabella da inserire in un foglio di testo).
Le applicazioni dei chatbot nella didattica dell’italiano sono molteplici e si estendono ben oltre la mera generazione di contenuti e materiali didattici. Possono fungere da veri e propri assistenti virtuali per gli studenti, supportando l’apprendimento linguistico in diversi modi, dalla pratica della grammatica alla scrittura creativa.
L’uso dei chatbot e dell’intelligenza artificiale nella didattica della lingua e della letteratura italiana rappresenta una sfida e al contempo una grande opportunità: da un lato, vi è la necessità di una formazione adeguata per i docenti e le docenti, affinché sappiano utilizzare questi strumenti in modo efficace e consapevole; dall’altro, l’IA offre risorse preziose per la personalizzazione dell’insegnamento, per l’automatizzazione di compiti ripetitivi e per l’ampliamento delle possibilità di apprendimento di studentesse e studenti.
La chiave per un impiego produttivo di questi strumenti risiede nella capacità di formulare prompt intelligenti e specifici, adattati agli obiettivi didattici. Solo attraverso un uso consapevole e critico dell’IA, è possibile integrare queste tecnologie in modo efficace, preservando al contempo il ruolo centrale del docente nella mediazione dei contenuti e nella formazione culturale e linguistica di studentesse e studenti.
Referenze iconografiche: SvetaZi/Shutterstock