Possono le note di una canzone riacciuffare i tempi della giovinezza e ripescare un cristallo di memoria, nascosto tra i segreti del cuore e difficile da distinguere nella luce affannata della vita di tutti i giorni?
Nel libro di Haruki Murakami sono le note di una canzone dei Beatles a scuotere il protagonista, Toru Watanabe; in volo sui cieli della Germania viene riportato dalla musica al ricordo di un momento vissuto passeggiando in un prato verdissimo sotto il cielo dei suoi diciannove anni con al fianco una ragazza, Naoko: un ricordo semplice di un momento qualunque, perfetto e irripetibile. Così diventano vividi ancora il caldo, il verde pungente dell’erba, la forma strana delle nuvole. Ma il volto amatissimo di Naoko non si vede, è sfumato in un caleidoscopio surreale, perso per sempre nella spietata dimensione del passato. L’autore chiama questi momenti “i calci della memoria”, a volte un richiamo leggero e discreto, a volte invece un picchiare duro alla nostra coscienza.
Inizia così, con questa caduta libera nel ricordo, un lunghissimo flashback sugli anni irripetibili che segnano la soglia tra l’essere ragazzi e l’essere adulti, spesi nella ricerca nobile e faticosa di una via per essere sé stessi; il racconto si snoda tra la metà del 1968 e l’autunno del 1970, nelle aule di una università scossa dai tumulti delle proteste, tra le vie piene di promesse di Tokyo e le montagne ovattate dal silenzio nel nord di Kyoto, ascoltando le note dei Beatles e leggendo le pagine degli autori che accompagnano i giorni di crescita di Toru: Joyce, Dickens, Salinger, e soprattutto F.S. Fitzgerald, campione nel descrivere l’ossessione di un amore irraggiungibile.
Toru è legato a Naoko da un passione profonda e dalle ferite di una perdita comune: il migliore amico di Toru, Kizumi, dopo una giornata apparentemente spensierata con Toru, quasi senza un motivo apparente si suicida mandando in pezzi il mondo della sua ragazza, Naoko, già provata dal suicidio della brillantissima e forte sorella. Naoko e Toru cercano di sopravvivere alla perdita dolorosa della loro vita di prima, fatta di giorni sereni, di film gustati in compagnie e di tutti i piaceri della vera amicizia: i legami stretti nella sofferenza sono legami indissolubili e quello di Naoko e Toru ha radici nelle profondità dei loro cuori. Toru comincia senza molta convinzione la vita da universitario, mentre Naoko viene ricoverata in un istituto molto particolare per la cura dei traumi nervosi: sembra che l’amore possa superare il limite della lontananza ma Naoko ormai appartiene a un mondo lunare, fatto di ombre.
L’amore tra Naoko e Toru è un amore sospeso, che vive nell’attesa che qualcosa cambi o ci sia un incontro; nel frattempo Toru studia e lavora e qualche volta si lascia trascinare in avventure passeggere da un cinico, affascinantissimo compagno di collegio, Nagasawa. A scuotere i giorni nostalgici di Toru arriva Midori, una ragazza vivace, bella, sfacciatamente attaccata alla vita.
Midori rappresenta la tenacia della vita, l’allegria dei momenti spensierati, la bellezza e la temerarietà della giovinezza e la dolcezza forte della sincerità. I lutti di cui è stata costellata la sua vita sono un aspetto del vivere, poiché lei è capace di una accettazione realistica e disincantata della perdita.
Toru è in bilico tra questi due amori.
Sarà il disegno misterioso e perfetto della vita a imporre a Toru una scelta e una decisione sul futuro presa con uno sguardo saggio, ormai adulto.
Norwegian wood è uno struggente romanzo di formazione che permette una riflessione didattica profonda sulla forza narrativa e la tecnica del flashback e sul valore delle auctoritates (in questo caso letterarie, Fitzgerald e Salinger in particolare, ma anche musicali come suggerito dal titolo) per la crescita di un ragazzo e fornisce l’occasione per un esercizio di rielaborazione e di scrittura creativa sui temi del ricordo, del primo amore, del senso di perdita.
Once I had a girl, or should I say she once had me.
Una volta avevo una ragazza ma piuttosto potrei dire che era lei ad avere me.
Questa consapevolezza, insegna Murakami, è il bello di amare ed essere amati.
Referenze iconografiche: Antonio Guillem/Shutterstock