blog

Il plurilinguismo nella scuola del XXI secolo

Scritto da Letizia Cinganotto | ott 24, 2022

Il plurilinguismo nelle Raccomandazioni europee

Le nostre classi sempre più multilingui e multiculturali, anche in seguito ai recenti intensi flussi migratori, richiedono un ripensamento e un rinnovamento delle pratiche didattiche quotidiane, non solo in relazione all’insegnamento della lingua italiana L1/L2/LS, della lingua inglese e delle altre lingue straniere, ma anche di tutte le discipline del curricolo, alla luce dell’importanza del concetto di language awareness, o consapevolezza linguistica, rilanciato dalla Raccomandazione del Consiglio per un approccio globale all’apprendimento e insegnamento delle lingue del 2019.
La successiva Raccomandazione del 2022 “on the importance of plurilingual and intercultural education for democratic culture” sottolinea “the cognitive, linguistic and social benefits of learning several languages, demonstrating the ways in which plurilingual and intercultural competences contribute to educational success, to societal integration and to understanding, assessing and formulating the arguments and opinions that are essential to democracy”.

La Raccomandazione mira, dunque, a dare nuovo impulso all’educazione plurilingue e interculturale, riconoscendone l'importanza per lo sviluppo personale e professionale, l'equità, l'integrazione sociale, l'esercizio dei diritti umani e la partecipazione alla cultura democratica.

Valorizzare il repertorio plurilingue dell’apprendente

Le competenze multilinguistiche favoriscono il dialogo interculturale, l’inclusione sociale, lo sviluppo delle competenze globali e sono alla base della cittadinanza democratica.

A tal fine, come peraltro ribadito dal Quadro Comune Europeo di Riferimento per le Lingue, Volume Complementare, è fondamentale la valorizzazione del repertorio plurilingue degli apprendenti, evitando inutili gerarchie linguistiche e sfruttando, al contrario, il patrimonio linguistico e culturale degli studenti, legato alle loro home languages, come scambio e arricchimento reciproco, andando ben oltre la lingua di scolarizzazione e le lingue straniere ufficialmente insegnate a scuola. In questo quadro, l’adozione di pratiche translinguistiche come il translanguaging, il code-mixing e il code switching possono risultare molto utili per sensibilizzare gli studenti all’importanza delle diverse lingue che caratterizzano l’ambiente di apprendimento, favorendo l’abbattimento di stereotipi culturali o sociali e promuovendo l’idea della pari identità e valenza socio-culturale e didattica di tutti i codici e le varietà linguistiche nei vari contesti socio-pragmatici.

Anche pratiche didattiche come il peer teaching e il peer learning possono rivelarsi funzionali alla valorizzazione delle home languages degli studenti: investire uno studente della “carica” di ambasciatore della propria lingua di provenienza e assegnargli il compito di insegnarla ai compagni in giornate o settimane dedicate, contribuirà ad aumentare l’autostima, favorendo l’integrazione e l’inclusione non solo all’interno del contesto classe, ma anche nella più ampia comunità educante. Anche il coinvolgimento delle famiglie può infatti, assumere un ruolo cruciale, soprattutto in relazione ai racconti e alla trasmissione del patrimonio di credenze, abitudini, usi e costumi da preservare e rinnovare a scuola.

Il modello Healthy Linguistic Diet

Un modello internazionale, denonimato Healthy Linguistic Diet1 (HLD), elaborato da Dina Mehmedbegovic-Smith dell’UCL London e da Thomas Bak dell’Università di Edimburgo, mira proprio a diffondere la sana abitudine del multilinguismo a partire dalla scuola dell’infanzia, analogamente alle sani abitudini alimentari di una dieta bene equilibrata e bilanciata. Il modello si ispira alle neuroscienze, che mettono in luce i vantaggi del bilinguismo e multilinguismo precoce in termini cognitivi, affettivi, socio-emotivi, procrastinando i segni di una eventuale demenza senile.

Il modello HLD, partendo dall’autobiografia linguistica e dall’osservazione delle abitudini linguistiche degli apprendenti nelle varie situazioni formali e informali, mira a mobilitare tutte le risorse linguistiche presenti in classe, come arricchimento e scambio reciproco, rendendo naturali e fluidi i passaggi da una lingua all’altra nelle varie attività didattiche.

Il modello HLD, citato dalla Raccomandazione del Consiglio del 2019 come un esempio di eccellenza nel campo dell’educazione linguistica e del plurilinguismo, è stato anche sperimentato con successo in Italia da INDIRE su un campione di scuole, chiamate a progettare “Learning Scenario” multilingui, in base alle lingue di provenienza dei vari studenti presenti in classe.

Imparare le lingue nell’era digitale

Nell’era del digitale e dell’Intelligenza Artificiale non si può prescindere dall’uso dei webtool e delle app per promuovere il multilinguismo: le varie piattaforme per la fruizione di film, serie TV, documentari in lingua originale possono sollecitare la curiosità degli studenti, alla scoperta di varietà linguistiche locali o slang, tipiche del linguaggio giovanile.
L’era post-pandemica, definita “new normal”, non può ignorare le “lessons learnt” del periodo emergenziale: al contrario, l’obiettivo è capitalizzare quanto appreso sul piano digitale e tecnologico in modo spesso episodico e improvvisato, per sistematizzarlo e integrarlo nella didattica quotidiana in funzione del target, delle finalità e degli specifici obiettivi didattici.

App multilingui come duolinguo o mondly possono essere utilizzate come esercizio o rinforzo degli apprendimenti in una o più lingue, intrecciando il formale con l’informale attraverso l’uso dei canali comunicativi e dei device mobili, con cui gli studenti interagiscono abitualmente.

Mondly, per esempio, proponendo un’ampia gamma di esercizi che si fondano sul riconoscimento vocale e sulla realtà aumentata, sfrutta le potenzialità dell’Intelligenza Artificiale e della gamification per sollecitare la motivazione e l’interesse degli studenti, trasportati in un’esperienza immersiva di apprendimento, che rende significativo e autentico l’uso della lingua per azioni di vita reale, come auspicato dall’Action-Oriented Approach del Quadro Comune Europeo di Riferimento per le Lingue, Volume Complementare.

Referenze iconografiche: STEKLO / Shutterstock