Il 21 giugno 2021 è stato siglato un protocollo d’intesa tra il Ministero dell’istruzione e la Banca d’Italia Per il potenziamento dell’educazione finanziaria e la promozione della cittadinanza sociale nelle istituzioni scolastiche, al fine di rafforzare le competenze dei giovani, il loro orientamento formativo e la loro futura occupabilità. Tale accordo ha una validità triennale e ribadisce il ruolo fondamentale dell’educazione finanziaria in un contesto educativo rivolto non solo alle scuole di ogni ordine e grado, ma anche ai percorsi d’istruzione per gli adulti.
Il Ministero e la Banca d’Italia si rendono promotori di una serie di attività volte a stimolare l’educazione a una cittadinanza attiva e alla sostenibilità. L’accordo prevede l’istituzione di un Comitato tecnico scientifico, composto da rappresentanti di entrambe le parti, per sviluppare iniziative, monitorare la realizzazione degli interventi e proporre gli adeguamenti necessari al raggiungimento degli obiettivi previsti.
Le due istituzioni offriranno a studenti e studentesse, anche adulti, l’opportunità di:
Quindi, nel rispetto dell’autonomia delle istituzioni scolastiche, saranno promosse attività formative per sensibilizzare gli utenti a:
Tra gli obiettivi trasversali, l’accordo sollecita il confronto e il coordinamento tra tutti gli enti promotori di esperienze sul tema, invitando alla diffusione dei progetti di cultura finanziaria all’interno delle scuole e al monitoraggio della loro efficacia e rispondenza agli obiettivi programmati.
Le proposte dedicheranno particolare attenzione all’orientamento per quanto riguarda i percorsi PCTO.
Secondo l’indagine OCSE Pisa del 2018, la percentuale di studenti italiani quindicenni (un campione di 9.122 studenti su un totale di circa 500.000 unità) in grado di risolvere i compiti più complessi è meno della metà di quella registrata a livello medio OCSE (4,5% vs 10,5%); uno studente su cinque non possiede le competenze di base necessarie per prendere decisioni finanziarie responsabili e informate.
In Italia il livello di educazione finanziaria, assicurativa e previdenziale risulta molto basso anche tra gli adulti: solo il 30% della popolazione possiede una certa alfabetizzazione in materia.
Secondo il Comitato nazionale per l’educazione finanziaria, questa situazione non rappresenta solo un problema di conoscenza, ma condiziona a livello generale il raggiungimento di un maggior benessere economico e di sviluppo del Paese, limitando e rallentando anche il raggiungimento di alcuni dei traguardi dell’Agenda 2030.
Dall’esame del rapporto sulla popolazione scolastica emerge che:
Come anche in altri Paesi OCSE, gli studenti che dichiarano di rivolgersi più spesso ai genitori o di utilizzare Internet o riviste specializzate per informarsi su questioni finanziarie ottengono risultati migliori rispetto a coloro che dichiarano di non farlo. Chi invece afferma di acquisire le informazioni in materia da amici, tv, radio o riviste non specializzate ha un punteggio peggiore rispetto a coloro che dichiarano di usare meno queste fonti di informazioni.
Questi risultati indicano come l’approccio ai temi economico-finanziari, la loro contestualizzazione nella vita quotidiana scolastica e non, siano fondamentali per gli adolescenti per sviluppare competenze necessarie a esercitare appieno una cittadinanza economica e sociale attiva.
Il tema dell’educazione finanziaria assume grande attualità e rilevanza in un contesto internazionale complesso, che richiede ai cittadini capacità di scelta e l’acquisizione di conoscenze e competenze utili ad avere un corretto rapporto con il denaro e con il suo valore.
La scuola rappresenta il canale principale per avvicinare gli studenti ai temi dell’economia, perché consente di raggiungere una vasta fascia di popolazione rappresentativa di tutti i contesti sociali.
Più che mai la scuola deve concretizzare il principio “nessuno deve rimanere indietro”, attivando progetti che partendo dalla scuola del primo ciclo arrivino a coinvolgere il mondo degli adulti con programmi di sostegno culturale e sociale in ambito privato e lavorativo, nell’ottica del long life learning e del raggiungimento degli obiettivi internazionali dell’Agenda 2030.
L’educazione finanziaria risulta trasversale rispetto a tutti i tre nuclei fondanti dell’educazione civica e può essere inserita nel curricolo anche in quegli indirizzi in cui l’economia non è presente.
I libri di testo e i supporti multimediali offerti al pubblico offrono, in prima istanza ai docenti e di conseguenza agli allievi alle famiglie, strumenti di lavoro e apprendimento di facile fruizione, agevolando il conseguimento delle competenze richieste.
Principali punti di raccordo tra l’educazione civica e l’educazione finanziaria
Le attività didattiche, adeguatamente inserite nelle programmazioni annuali e opportunamente adattate ai diversi indirizzi di studio, devono concorrere principalmente a:
La Consob suggerisce un approccio all’insegnamento dell’educazione finanziaria definito come integrato, multidisciplinare, comportamentale, motivazionale:
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