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L’intelligenza artificiale è un ambito delle scienze informatiche che si propone di sviluppare sistemi informatici in grado di svolgere in modo totalmente o parzialmente autonomo compiti (task), che tipicamente richiedono l’intelligenza umana, come apprendimento, ragionamento, analisi, pianificazione e creatività. L’intelligenza artificiale generativa, come indica chiaramente il nome, è in grado di “generare” (elaborare) contenuti (testi, immagini, video), a partire da richieste che l’utente formula con il linguaggio naturale. L’interazione tramite linguaggio naturale è possibile perché i chatbot IA, ossia i programmi informatici progettati per simulare una conversazione, si basano su sistemi avanzati di IA chiamati “grandi modelli di linguaggio” (Large Language Models – LLM): vengono addestrati su enormi quantità di testi per riconoscere e riprodurre i pattern (cioè gli schemi ricorrenti) del linguaggio umano.
Il prompt è l’istruzione che forniamo al chatbot per ottenere contenuti o azioni specifiche. Un prompt efficace ci permette di “modellare” l’output in base alle nostre esigenze, non soltanto nei contenuti generati, ma anche nel tono e nello stile utilizzati dal chatbot IA. La capacità di formulare prompt efficaci diventa quindi una competenza chiave per docenti, studentesse e studenti, e rappresenta al contempo uno strumento didattico che sviluppa competenze di ricerca, analisi e sintesi.
Un prompt ben strutturato, in ambito didattico, dovrebbe contenere informazioni specifiche su:
Di seguito un esempio di prompt che prevede il coinvolgimento di un chatbot in un gioco di ruolo ambientato nel Medioevo. A fianco la spiegazione delle diverse componenti del prompt.
PROMPT | COMPONENTE |
Sei uno storico medievalista specializzato nel sistema feudale europeo. |
Ruolo del chatbot |
Una classe di studenti simula un gioco di ruolo feudale. Ogni gruppo interpreta una figura storica diversa. |
Contesto didattico dell’attività |
Il tuo compito è suggerire strategie negoziali specifiche per ogni figura storica. |
Azione richiesta al chatbot |
Fornisci risposte brevi e chiare, usando elenchi puntati. Includi almeno un esempio storico specifico in ogni risposta. Mantieni coerenza con leggi e costumi medievali. Sei pronto a rispondere alle domande dei gruppi? |
Format e vincoli |
Durante il complesso processo nel quale i sistemi IA analizzano le richieste (input) ed elaborano in risposta un contenuto (output), si possono generare errori, imprecisioni, inesattezze e persino informazioni false, inventate o incoerenti, le cosiddette “allucinazioni”, che in molti casi appaiono convincenti e plausibili. Questo succede perché gli LLM si basano su modelli statistici e sulla probabilità, e non su una reale comprensione del significato dei testi su cui sono addestrati e dei contenuti che generano. L’approccio critico diventa quindi fondamentale: ogni contenuto generato richiede un’attenta verifica e può così trasformarsi in opportunità didattica attraverso attività di fact-checking. In ambito storico le allucinazioni possono manifestarsi sottoforma di eventi, date e personaggi inesistenti, collegamenti causali immaginari, citazioni di fonti inventate, invenzione di dettagli specifici per “completare” una narrazione.
La necessità di un approccio critico è ulteriormente rafforzata dalla consapevolezza che i chatbot non sono fonti di conoscenza neutrale: i dati su cui sono stati addestrati sono testi scritti da esseri umani e, in quanto tali, contengono pregiudizi (etnici, culturali, di genere) e specifici punti di vista che possono ripresentarsi nelle risposte generate.
L’iterazione è una tecnica fondamentale per il prompting didattico, ossia nel dialogo con un chatbot IA orientato alla progettazione di attività e contenuti didattici. L’approccio iterativo non si ferma alla prima risposta data da un chatbot, ma punta ad affinarla e a renderla più conforme alla propria richiesta, chiedendo chiarimenti, correzioni, esempi e approfondimenti.
Per attività e richieste complesse, come l’analisi di un periodo storico o il confronto tra eventi, risulta particolarmente efficace la tecnica della catena di pensiero (Chain of Thought – CoT), che permette di scomporre compiti complessi in passaggi sequenziali, indicando una serie di sottocompiti specifici da processare per fasi. In questo modo aumentano sia l’accuratezza sia la coerenza delle risposte fornite dall’IA. Per esempio, in un confronto fra monarchia assoluta francese e parlamentare inglese, possiamo indicare al chatbot di procedere per fasi, eseguendo uno per volta questi compiti: analisi separata dei due sistemi, descrizione di esempi storici specifici, identificazione delle differenze, spunti di riflessione da sottoporre a studenti e studentesse.
Entrambe le tecniche sono strumenti didattici preziosi che sviluppano pensiero critico e capacità analitica.
La storia, con il suo mix unico di eventi, azioni, personaggi, luoghi e cambiamenti, rappresenta un “universo” ideale per testare e sperimentare applicazioni basate sull’IA, impostando attività come: dialoghi, interviste e dibattiti virtuali con personaggi vissuti in epoche lontane, giochi di ruolo, simulazioni di convegni e conferenze, scenari controfattuali, attività di fact checking e di scrittura creativa.
Ma ci sono anche alcune specifiche criticità da tenere bene a mente: i chatbot tendono per esempio a dare maggiore rilevanza alla storia europea e occidentale, poiché è quella maggiormente documentata nei testi del loro addestramento. Di conseguenza, possono fornire risposte meno dettagliate o accurate quando si chiede di approfondire la storia di altre aree geografiche o culture. Inoltre possono emergere stereotipi di genere storici, minimizzando il ruolo delle donne nella storia o presentandole principalmente attraverso ruoli tradizionali e stereotipati (con riferimenti quasi esclusivi a figure maschili quando si parla per esempio di potere politico o innovazioni scientifiche).
UNA “INTERVISTA DOPPIA” A FILIPPO II ED ELISABETTA I |
UN DIBATTITO SIMULATO FRA DE LAS CASAS E SEPÚLVEDA |
Detective storici: a caccia di errori!
Attraverso questa tipologia di attività, studentesse e studenti mettono alla prova le proprie conoscenze storiche e la capacità di ricerca, analisi e confronto, “ispezionando” testi generati dal chatbot IA che contengono intenzionalmente errori o inesattezze.
L’esempio che segue propone l’analisi di brevi testi sulla Prima guerra mondiale, in cui gli studenti devono identificare errori di diversa natura inseriti intenzionalmente dall’IA.
COSA NON TORNA? |
Referenze iconografiche: Shutterstock AI/Shutterstock
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